domenica 29 marzo 2009

Le eta' di Roma 3


3 serate e 6 lezioni di storia in piazza del Campidoglio per un'iniziativa promossa e realizzata dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e dagli Editori Laterza

Nelle serate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre 2008 la piazza michelangiolesca del Campidoglio ha ospitato "Lezioni di Storia. Le Età di Roma". 6 grandi lezioni tenute da 6 grandi storici.
Andrea Carandini, Chiara Frugoni, Antonio Pinelli, Joseph Connors, Marco Fabio Apolloni, Vittorio Vidotto hanno evocato un'epoca di Roma attraverso un personaggio, una famiglia, una piazza, un palazzo.

Ogni sera a partire dalle ore 21 due lezioni magistrali della durata di circa un'ora, introdotte dal giornalista Paolo Conti, supportate in alcuni casi da contributi audiovisivi, ci hanno fatto fare un salto indietro nel tempo: dal passato più antico fino alla storia più recente.

Vittorio Vidotto
L’età contemporanea. Piazza Venezia: celebrazione e sconfitta del mito della patria


Piazza Venezia è lo spazio pubblico in cui la classe politica liberale celebra il Risorgimento della nazione edificando il grande monumento a Vittorio Emanuele II: tempio all’Unità d’Italia e alla libertà dei cittadini e insieme grandioso omaggio alla monarchia. Occupa un lato del colle capitolino come un nuovo Campidoglio unitario e nazionale che domina la piazza e costituisce lo sfondo grandioso di via del Corso. Inaugurato nel 1911, negli anni della Grande Guerra diventa luogo di commemorazione dei caduti e centro simbolico della nazione vittoriosa quando, nel 1921, accoglie la salma del Milite Ignoto. Ma negli stessi anni in cui il monumento e la piazza si consolidano come spazio pubblico nazionale si compie la loro trasformazione politica di parte, nazionalista prima e fascista poi: è a piazza Venezia e sul Vittoriano che si conclude la marcia su Roma. Dal 1929, con Mussolini istallato a palazzo Venezia, la piazza diviene luogo cerimoniale per eccellenza dei discorsi e delle apparizioni del duce, in un rapporto dinamico con la folla sottostante. Piazza politica e patriottica, le sue funzioni simboliche appaiono sempre più legate ai destini imperiali del fascismo. La forza di questo legame impedisce ancora oggi, a oltre sessant’anni dalla sconfitta del regime e nonostante la recente riapertura al pubblico del Vittoriano, di restituire alla larga platea antistante l'Altare della Patria un significato nazionale.

Vittorio Vidotto insegna Storia Contemporanea alla Facoltà di Lettera e Filosofia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Tra le sue pubblicazioni Laterza: Italiani/e. Dal miracolo economico a oggi (2005), Roma contemporanea (2006) e, con Giovanni Sabbatucci, Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi (2007).

Marco Fabio Apolloni
L’età dei Torlonia: l’arte di ostentare il lusso nella Roma papale

La fortuna economica delle maggiori famiglie principesche di Roma è sempre nata grazie all’elevazione di un membro di quelle famiglie al trono di Pietro. Questo non si può dire invece dei Torlonia. Nessuno di loro è diventato papa o cardinale, eppure la famiglia, il nome, lo stemma ebbero lo stesso splendore delle maggiori casate romane, non in virtù dello Spirito Santo, ma grazie allo spirito imprenditoriale, al senso degli affari, all’arte difficile e misteriosa di far quattrini con i quattrini. Ancora oggi, pur invisibile, la famiglia Torlonia possiede la più grande collezione di arte antica che esista al mondo in mani private. Ancora oggi conserva gelosamente il possesso della meravigliosa Villa Albani, mantenuta intatta per oltre un secolo e mezzo, ma visibile solo a pochissimi privilegiati. Ad un dono dei Torlonia dobbiamo il nucleo primigenio della raccolta di pittura della Galleria Nazionale di Roma, ed egualmente lo straordinario gruppo di sculture degli Dei neoclassici che alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna fanno da corte al colossale Ercole e Lica di Antonio Canova, commissionato e pagato da Giovanni Torlonia, fondatore della fortuna familiare. Al figlio di costui, Alessandro, spetta invece l’ambizione di rendere visibile lo splendore della propria ricchezza non al modo fuggevole di una stella cometa, ma come un astro nel firmamento nobiliare di Roma. Questa ambizione fu realizzata, ma ebbe un singolare destino di sfortuna: lo splendido palazzo di piazza Venezia è stato abbattuto senza pietà all’inizio del’900, senza una valida ragione. La villa Torlonia sulla Nomentana, che ebbe anche il fato singolare di ospitare il dittatore Mussolini, è sopravvissuta a stento e fortunosamente all’abbandono e al vandalismo. Ma ciò che è stato rammentato qui finora è solo parte di un mosaico più vasto.
A quanto di tutto ciò esiste ed è invisibile, a quanto è andato perduto e dimenticato, ed a quello che si potrebbe ancora restituire alla vista e alla memoria dei romani, questa lezione è dedicata.

Marco Fabio Apolloni, storico dell’arte, pubblicista e scrittore, è stato critico d’arte di “Epoca”, “Panorama”, “La Voce”, per poi approdare al “Messaggero” di Roma. Nel 2003 ha pubblicato il suo primo romanzo storico sulla Roma ottocentesca, Il Mistero della Locanda Serny (Ponte alle Grazie, Tea), finalista al Premio Strega 2004. Vive a Roma, dove dal 2006 continua l’attività familiare di antiquario.


Testo e immagine tratti dal sito dell’iniziativa


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