mercoledì 1 aprile 2009

Alle 8 della sera Attila


Di Giuseppe Zecchini.
Regia di Giancarlo Simoncelli.
Andato in onda dal 13 settembre all'8 ottobre 2004 sulle frequenze di radio due rai

Nell'immaginario collettivo contemporaneo Attila è ben presente: non si sa bene chi sia stato, ma lo si identifica certamente con un 'cattivo' della storia, anzi è visto come un simbolo di distruzione e di morte, il 'flagello di Dio', dietro il cui cavallo non cresceva più un filo d'erba. Gli Unni, il suo popolo, furono descritti dagli antichi etnografi come esseri più bestiali che umani.Eppure, le moderne ricerche sottolineano la sua intensa attività diplomatica e i suoi sforzi per dare al suo popolo una forma statale progredita e per attuare una convivenza reciprocamente vantaggiosa con l'impero romano: egli ci appare sempre più come uno dei grandi capi barbarici del V secolo.Per quel che conosciamo, la vita di Attila è una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare sullo sfondo di un impero romano già in crisi irreversibile, ma ancora capace non solo di sconfiggere gli Unni, anche di affascinarli con la forza d'attrazione della propria millenaria civiltà.






mappa tratta dal sito http://www.silab.it/ da
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sullo stesso sito si trovano un'utile
cronologia degli eventi e un sintetico colpo d'occhio su le invasioni barbariche.

Giuseppe Zecchini (Milano, 1952) è ordinario di Storia romana all'Università Cattolica di Milano. Si occupa di storiografia ellenistica, dell'età di Cesare e della tarda antichità; in questo ambito ha scritto: Aezio. L'ultima difesa dell'Occidente romano (Roma, 1983), Ricerche di storiografia latina tardoantica (Roma, 1993), Il pensiero politico romano (Roma, 1997).

Dalla radio al libro:
Giuseppe Zecchini Attila Anno: 2007

La vita di Attila, re degli Unni; una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare. E sullo sfondo un impero romano già in crisi irreversibile.
Nota di Sergio Valzania
In libreria il 19 aprile 196 pagine 12.00 Euro ISBN 88-389-2158-X

IL LIBRO
L’immagine comune che si ha di Attila, re degli Unni, si compone di noti elementi: di un’iconografia che gli dà i tratti fisici normalmente attribuiti ai volti demoniaci; di un epiteto di non chiara origine (il «flagello di Dio»); del gesto di un pontefice, Leone I Magno, che con la sola autorità spirituale lo fermò sul fiume Mincio. Niente, o quasi niente, di questa immagine resiste sulla base dei documenti e delle fonti. Rimettendoli insieme, fonti e documenti, Giuseppe Zecchini racconta il personaggio Attila, la sua biografia possibile, l’interpretazione dell’enigmatica inquietudine che ha trasmesso. Il teatro è il crogiolo, composito e gorgogliante sugli spasimi dell’Impero, delle guerre dei e contro i barbari, che nutrì le saghe nibelungiche, armò Burgundi, Goti, Vescovi guerrieri, il generale Aezio; in cui si consumò il destino breve riservato dalla storia agli Unni.

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