Di Giuseppe Zecchini.
Regia di Giancarlo Simoncelli.
Andato in onda dal 13 settembre all'8 ottobre 2004 sulle frequenze di radio due rai
Nell'immaginario collettivo contemporaneo Attila è ben presente: non si sa bene chi sia stato, ma lo si identifica certamente con un 'cattivo' della storia, anzi è visto come un simbolo di distruzione e di morte, il 'flagello di Dio', dietro il cui cavallo non cresceva più un filo d'erba. Gli Unni, il suo popolo, furono descritti dagli antichi etnografi come esseri più bestiali che umani.Eppure, le moderne ricerche sottolineano la sua intensa attività diplomatica e i suoi sforzi per dare al suo popolo una forma statale progredita e per attuare una convivenza reciprocamente vantaggiosa con l'impero romano: egli ci appare sempre più come uno dei grandi capi barbarici del V secolo.Per quel che conosciamo, la vita di Attila è una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare sullo sfondo di un impero romano già in crisi irreversibile, ma ancora capace non solo di sconfiggere gli Unni, anche di affascinarli con la forza d'attrazione della propria millenaria civiltà.
mappa tratta dal sito http://www.silab.it/ da
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sullo stesso sito si trovano un'utile
cronologia degli eventi e un sintetico colpo d'occhio su le invasioni barbariche.
Giuseppe Zecchini (Milano, 1952) è ordinario di Storia romana all'Università Cattolica di Milano. Si occupa di storiografia ellenistica, dell'età di Cesare e della tarda antichità; in questo ambito ha scritto: Aezio. L'ultima difesa dell'Occidente romano (Roma, 1983), Ricerche di storiografia latina tardoantica (Roma, 1993), Il pensiero politico romano (Roma, 1997).
Dalla radio al libro:
La vita di Attila, re degli Unni; una biografia coinvolgente, ricca di aneddoti e di luoghi comuni da sfatare. E sullo sfondo un impero romano già in crisi irreversibile.
IL LIBRO
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